sabato 29 gennaio 2011

La responsabilità dell'esser cittadini

Amici lettori, 
la riflessione di questa settimana riguarda il significato di essere individui di una comunità.
Questa riflessione parte da un episodio: a Granada in Spagna, un cittadino, svegliato nel cuore della notte da urla tremende, si accerta dalla finestra cosa stia succedendo, e resosi conto che tutto quel baccano è causato da una rissa violentissima, prende una telecamera, riprende tutto e pubblica il contenuto in rete chiedendo agli spettatori di aiutarlo ad identificare i violenti aggressori per poterli denunciare alle autorità competenti.
Migliaia di persone hanno appoggiato questa causa e, ad oggi, i responsabili dell'episodio sono stati riconosciuti. 




Questo è, secondo me, il modo giusto d'agire: vivere in un posto non vuol dire solo dormirci, muoversi in macchina, lavorarci, ma anche essere partecipi e responsabili di ciò che succede. Quante cose potrebbero cambiare nel quartiere, paese, città facendo noi cittadini forza comune e non aspettando che le cose piovano dal cielo o dalle Istituzioni troppo spesso impegnate a curare i fatti propri?
Manca solo un pò di consapevolezza dei diritti e dei doveri che abbiamo verso noi stessi, che siamo così tanti che se ognuno mettesse una parola nascerebbe un discorso che non resterebbe di certo inascoltato.



Ecco il link della pagina facebook in cui la gente ha dato il proprio contributo a rinoscere gli aggressori.http://www.facebook.com/home.php#!/event.php?eid=120703671334380

martedì 25 gennaio 2011

Ogni libro di Storia vuole la sua bella copertina: i musei.

Cari amici,
poco tempo fa, su un giornale locale, si poneva l'attenzione su un progetto(promesso e mai realizzato) che riguardava l'adibire uno spazio nel mio comune(S.Giorgio Ionico) in cui esporre un'inestimabile raccolta di oggetti che tanto ci raccontano delle nostre radici, della nostra terra, della nostra storia: un Museo Etnografico.
Questa raccolta, di un privato(ora custudita all'interno dei suoi locali*), fa rivivere non solo la quotidianità della famiglia contadina, ricostruita attraverso gli ambienti e gli attrezzi, ma descrive anche la realtà delle botteghe, quella di tutti quei mestieri(Maestro d'ascia, Maniscalco, Calderaio, Stagnino)di cui tanto mi parlavano i nonni quand'ero bambina.

Insomma, riprendendo gli oggetti del titolo di questo post, tutto questo ben di Dio, è un bel libro di Storia ma senza una copertina all'altezza dei contenuti.


Queste foto che vedete sotto, invece, sono la "bella copertina" del Museo delle genti d'Abruzzo, che i bravi pescaresi hanno ricavato da una parte del  "complesso edilizio che ospitava le caserme borboniche lungo il fiume Pescara", complesso di proprietà comunale e magnificamente restaurato. Mi ci trovai per caso davanti e rimasi incantata dalle forme di questo edificio. All'interno, le testimonianze dell'evoluzione dell'uomo e delle sue attività in terra abruzzese; dal cacciatore della preistoria, al contadino, dal pastore che legava il ritmo della sua vita a quello della transumanza, all'operaio del settore tessile, settore sul quale molto incise la Rivoluzione Industriale.
 
E' un po' il percorso che meriterebbe il Museo Etnografico del mio paese, che non solo potrebbe costituire una valida attrattiva all'interno di percorsi turistici, ma che, soprattutto, ci ricorderebbe le nostre radici, la semplicità di quella vita e l'umiltà di chi la conduceva, umiltà che, purtroppom qualcuno sembra aver dimenticato.

link:

sabato 22 gennaio 2011

Mirafiori e Google

Cari amici, coraggiosi amici,
in questo post non parlerò della condizione delle donne in Italia, anche perchè se nel nostro intimo non abbiamo capito che con quelle donne con burqa, che in 6/7 si contendono lo stesso sfigato marito, stiamo cominciando a competere per il titolo di "miss dignità sotto i piedi", beh è grave.

Voglio invece condividere con voi una lettura, la lettura della settimana.
Il titolo di questo favoloso scritto è "Accordo Fiat Mirafiori", e credetemi, finchè non darete un'occhiatina alla 70ina di pagine di questa meravigliosa opera letteraria, non potrete mai avere un'idea ben precisa di cosa si stabilisce in termini di turni di lavoro, pause, giorni di malattia, ma soprattutto, di diritto allo sciopero, o meglio, a lamentarsi!!!
Tante regole imposte da chi alle regole, se proprio la dobbiamo dire tutta, non ci sta. ("Ai fini operativi la Joint Venture, che non aderirà al sistema confindustriale, applicherà un contratto collettivo specifico di primo livello che includerà quanto convenuto con la presente intesa").
Un velo pietoso lo stendiamo poi sullo Stato, che, invece di indossare i panni dell'arbitro, obiettivo e impegnato a tutelare i diritti dei cittadini lavoratori, si è armato di trombetta e scarpa con la faccia di Marchionne per entrare in campo, a tutti gli effetti, come tifoso.

Un po' la stessa aria di respira alla Google Inc., colosso informatico che vanta di conservare comunque "un'atmosfera da piccola azienda". Quanto dureranno le pause di lavoro in questa azienda? Onestamente non lo so. Ma il mondo fuori dall'orario lavorativo a Googleplex(quartiere generale di Google), ha poco a che fare con Mirafiori: "calcio balilla, tavoli da biliardo, campi da pallavolo.. palestre con tanto di corsi di yoga e di danza..iniziative di tutti i tipi per favorire la socializzazione tra dipendenti, come corsi di meditazione, cineclub, gruppi per la degustazione di vini.." (da Google.it)

Gli ambienti di lavoro sono favolosi


Mi rendo conto che il lavoro di un metalmeccanico è un po' diverso da quello di un googler, e che certe condizioni, certi ambienti, sono magari finalizzati a favorire la creatività. Ma immaginiamo per un istante cosa succederebbe se tutte le aziende adottassero la filosofia di Google: non aumenterebbe forse, a dismisura, la motivazione dei dipendenti a recarsi a lavoro? e di conseguenza, l'operatività e la produzione?

sabato 8 gennaio 2011

Maccarroni e altri formati di passta

Quand'ero piccola ed intollerante a qualsiasi cibo, prodotto, polline e pelo di gatto, cane, tirannosauro e d'animale esistente in natura, ed entravo in gelateria, per me esistevano due soli gusti: limone e fragola. Non passavo interi quarti d'ora ad appannare le vetrine per osservare i colori, le ondine, le decorazioni che c'erano sulle vaschette degli altri dieci, venti gusti: non le guardavo nemmeno! non mi interessavano! Non solo: per consolarmi, ero anche riuscita a non farmi piacere il cioccolato, la panna, la nutella, e a farmi venire il disgusto anche solo sentendo il loro odore. Solo fragola e limone!

Una maniera stupidina per inaugurare questo blog.
Però è questo quello che mi è venuto in mente adesso, ed è questo il ricordo che associo ad una parola che oggi sento per strada troppo spesso, anche fra i bambini che, sugli scalini davanti la scuola elementare, parlano delle squadre di calcio del cuore: questa parola è coerenza.
E' diventato un pregio oggi nascere con dei gusti e morire con gli stessi, mangiare le stesse cose(da cibi, a idee, a tipologie di letture e ascolti musicali) per tutta una vita e vantarsi con gli amici di non aver mai dato un bel morso a "tutto il resto". Beh, per me per questo status c'è una parola che calza meglio rispetto a "coerenza": è "MACCARRONAGGINE"! 
Perchè, se hai la possibilità di entrare in pasticceria e addentare tutto, e però non lo fai, sei solo un MACCARRONE(= a Taranto è un po' l'equivalente di ottuso): se non conosci il sapore dei bignè, delle crostatine di frutta, delle veneziane, come fai a dire che fra tutti moriresti solo per i babbà? Largo a chi ha fame di conoscere, e a chi conoscendo se ne frega della coerenza e cambia idea, perchè ha visto, provato, addentato o anche solo assaggiato un po' di quel "tutto il resto" che, per colpa di chi o cosa c'è attorno a noi, non c'è stato mai permesso di conoscere prima.

"Non puoi scoprire nuovi oceani fino a quando non hai il coraggio di perdere di vista la spiaggia"
Anonimo


...continua

mercoledì 5 gennaio 2011

Flash

"...ognuno di noi, a seconda di dov'è nato, crede in qualcosa che non può dimostrare."