lunedì 28 febbraio 2011

Silvio si ritira ad una vita priva di tecnologie e diavolerie varie.


Alla luce degli ultimi avvenimenti che hanno visto come protagonista Silvio Berlusconi nel caso Ruby, che sembra avere ogni giorno in più i retroscena di un film pornografico, tra intercettazioni telefoniche e mazzette per far tacere i protagonisti, Silvio Berlusconi ha dichiarato, durante una conferenza del suo partito a Milano di non avere più un cellulare. Non vorrà forse, fare economia nelle casse dello Stato?
Macché, ha rinunciato al suo cellulare in quanto potrebbe essere esposto ad intercettazioni telefoniche. E quindi??? Bhè forse è meglio fare come i vecchi padri della Mafia, quelli che per comunicare non usavano telefoni, ma pizzini come faceva il caro vecchio amico Bernardo Provenzano.
Ma ce lo vedete voi, il Presidente del Consiglio, scrivere a macchina, messaggi alle varie Minetti, Carfagna, Ruby?
Perché questa mossa Silvio? Perché?
Forse perché Santoro ha mostrato in pubblico parte del tuo numero di telefono e hai paura essere molestato dai Comunisti, Talebani e Radical Chic?
O perché hai riscoperto quanto sia bello vivere al di fuori delle tecnologie e nutrire la mente e il corpo di cose sane e non di radiazioni?
O forse perché non hai una maggioranza parlamentare sufficiente per modificare la Costituzione magari con l'ennesima legge “ad personam” e quindi devi metterti al riparo quanto prima?
Sento puzza di coscienza sporca...secondo il mio modesto parere
Eppure pare che la persona che “intercettava 80 milioni di persone” anche se ribadiamo che lui non intercettava ma collegava i vari tabulati, per scovare delle relazioni pericolose, forniti dalla Procura, lo hai fatto destituire dalla Polizia di Stato.
Signore e Signori ecco a voi l'emblema della nostra Costituzione, un uomo che rappresenta lo Stato, ma che è il primo a fare del principio distorto del “fatta la legge trovato l'inganno” il suo cavallo di battaglia!

sabato 26 febbraio 2011

Aspettando Videocracy, "Torna a casa in tutta fretta c'è il biscione che t'aspetta"

1980 – Silvio Berlusconi acquista Tele Torino Internacional, una emittente televisiva privata di Torino, ed è proprio da li che nasce tutto (o quasi). 
"Torna a casa in tutta fretta c'è il biscione che t'aspetta"
Tele Torino Internacional, venne fondata nel 1976 per volontà dei fratelli Rogirò, che dopo qualche mese si trovarono in grosse difficoltà economiche a causa dei costi di gestione, troppo elevati.
Vendettero quindi, la televisione alla Sapier che era una società che si occupa i pubblicità, la quale investì il capitale per l'acquisto di impianti, scenografie e ampliando la copertura della televisione torinese. Ma cosa aveva di particolarmente interessante questa televisione? A parte la ricca programmazione che copriva un tempo di 12 ore e dove erano trasmessi talk show, quiz, e notiziari, c'era una trasmissione in particolare che faceva impazzire il pubblico....”Spogliamoci insieme” antenato di “Colpo Grosso” in cui la scenografia riproduceva fedelmente un night club, e dove il pubblico poteva telefonare da casa per rispondere a delle domande e, se rispondeva correttamente, a seconda che fossero uomini o donne facevano svestire o vestire delle spogliarelliste prese direttamente da un vero e proprio night club, che poi saranno rimpiazzate con delle casalinghe inscenando lo “strip della vicina di casa” . Nacque così il cosiddetto “sexy quiz”, trasmissione che incollava davanti agli schermi un milione di telespettatori, un numero altissimo considerando che era trasmessa solo nel territorio subalpino ma che venne chiusa verso la fine del febbraio 1978 a causa di una rapina nella pellicceria dello sponsor finita tragicamente, e a causa delle cause legali contro il programma che veniva accusato di oscenità. La proprietà passò nel 1978 agli Agnelli che non gestirono molto bene l'emittente, e infine nel 1980 si passa a Berlusconi.
Questo signore di Milano, era già proprietario di una emittente chiamata “telemilano 58”, e si stava impegnando moltissimo per acquisire frequenze in tutta l'Italia per poter trasmettere finalmente i suoi programmi (nonostante fosse assolutamente illegale). Quando arrivò a Tele Torino asserì che non avrebbe cambiato la struttura dei programmi, ma inspiegabilmente (quasi per magia) il palinsesto trasmesso da TTI venne stravolto a vantaggio di Telemilano 58, ed uno ad uno cessarono anche le trasmissioni indipendenti. Stravolto anche il nome di TTI, chiamandola semplicemente TELE TORINO.
Sabrina Salerno
Prende il via la televisione commerciale, una televisione parallela a quella pubblica della Rai, una televisione che crea una vera e propria rivoluzione culturale nel nostro Paese, quella che propone un modello particolare della società, sotto la spinta dei signorotti della pubblicità, ovvero quello dei soldi, delle donne prosperose, dei “vedo non vedo”, dei quarantenni piacenti imprenditori scapoli, che si godono la vita e fanno con il loro denaro ciò che vogliono; e quindi abbiamo visto Gerry Calà cantare maracaibo, Umberto Smaila condurre Colpo Grosso, Ezio Greggio condurre drive in, Pippo Franco al Bagaglino con i vari Saloon, Rose Rosse, Gran Caffè, Buffoni, Marameo, dove venivano sfoggiate le prime donne con sederi e seni nudi o semi nudi. Per non parlare di quiz televisivi, dove vengono regalati soldi, automobili, viaggi ecc ecc....
La banda degli "yuppies"
Con i grandi consensi riscossi dal pubblico B. ha pensato bene di scendere in campo, e di tuffarsi nella politica, fregandosene dei conflitti di interesse e diventando l'uomo più ricco e potente d'Italia.
Un gran numero di donne viene “assoldato” per far parte del gruppo Mediaset, donne giovani e attraenti, donne che spaccano lo schermo, che entrano nella testa dei telespettatori e che hanno il ruolo di diventare un modello da seguire. Nasce così il fenomeno “Veline” nient'altro che delle showgirl, che fanno dei balletti di circa 30 secondi e delle quali non si conosce la voce, perchè non devono parlare, ma devono sempre e solo sorridere. E poi di riflesso letterine, schedine, meteorine ecc.
Ma chi ha il compito di andare alla ricerca di facce nuove per la televisione del Presidente? E chi ha il compito di farle resuscitare quando il loro grado di popolarità cala? A queste domande ha cercato di dare una risposta un film che si chiama Videocracy (2009), un reportage proprio sulla televisione commerciale di Silvio, dove l'importante è apparire e non saper fare qualcosa. Dove c'è gente disposta a tutto per entrare in televisione, dove a nessuno interessa se sei una donna con sani principi e dove il maschilismo sembra prevalere su tutto il resto.
Si parte da show girl e si finisce come ministro delle pari opportunità o consigliera regionale, o addirittura europarlamentare.
Questa è l'Italia, oggi...........
Fabrizio Corona


lunedì 14 febbraio 2011

Sono una radical kitsch!

In Piazza non per insultare, denigrare, farne un feticcio, calpestare, ridicolizzare, strumentalizzare, usare altre donne più di quanto facciano già certi signori.
Sono scesa in Piazza, e l'ho fatto anche per chi non c'era, non è potuta esserci perchè impegnata come lavoratrice, o come mamma, o moglie, o perchè obbligata a recitare la parte della Non-offesa - tanto si recita che prima o poi ci si convince - per seguire certe strane logiche d'appartenenza ad un partito o gruppo di pensiero. Perchè non posso, non riesco a credere che chi si scalda così tanto contro il burqa, difenda a spada tratta gli harem e chi li mantiene.
Eppure qualche dubbio fra le file delle valchirie di Berlusconi arriva. Ecco cosa dice la Minetti, che si rende conto(solo lei non l'aveva ancora capito...o faceva finta) che la valutazione della sua persona non è proprio proporzionale alla sua bravura ed intelligenza: «Cioè io per la prima volta ho realizzato che lui non mi ha dato quel ruolo perché pensava che io fossi idonea e adatta, mi ha dato quel ruolo perché in quel momento è la prima cosa che gli è venuta in mente. Se non ci fossi stata io, ma ci fosse stata un'altra, l'avrebbe dato a un'altra...»
Io non sono nemmeno lontanamente per il "linciaggio", anche perchè poi, invece che celebrare l'intelligenza si rischia di cadere nell'ocaggine da <<comari di un paesino>>. Io ho semplicemente un altro modello di donna in testa, nella vita come nella politica: una donna come tante delle nostre mamme che hanno fatto e continuano a fare sacrifici, non piegandosi al compromesso, accontentandosi di ciò che c'è piuttosto che sporcare la propria Dignità. 
Adele Bej, Nadia Gallico Spano, Nilde Jotti, Teresa Mattei, Angiola Minella, Rita Montagnana, Teresa Noce, Elettra Pollastrini, Maria Maddalena Rossi, Laura Bianchini, Elisabetta Conci, Filomena Delli Castelli, Maria De Unterrichter Jervolino, Maria Federici, Angela Gotelli, Angela Guidi Cingolani, Maria Nicotra, Vittoria Titomanlio, Angelina Merlin, Bianca Bianchi,Ottavia Penna Buscemi.

sabato 12 febbraio 2011

"Devo denunciare Berlusconi, perchè hanno chiamato prima me Papi!"

Questo di cui vi parlerò è il Papi di tutte quelle ragazze tossicodipendenti, prostitute, trans a cui è stata data la possibilità di riscatto, <<l'emancipazione>>.
Questo Papi è Don Gallo, Andrea per i tanti che lo conoscono e gli scrivono, un'esplosione di energia di 82 anni e mezzo.

Parla di democrazia di come l'ha imparata(per la strada, le strade del mondo in Brasile così come nella Barcellona del Franchismo), di come l'ha vista nascere(con un fratello partigiano) e di come ora la vede andare incontro all'eutanasia. (*)

Nonostante il suo percorso di studi - era compagno di studi del Cardinal Bagnasco - Don Gallo non parla nè con i termini nè coi (pre)concetti dell'alto prelato: fra un "belìn" e un'espressione dialettale racconta la legalità attraverso l'assurdità delle storie di vite che incontra, dal sacro naufrago raccolto in mare dalla Marina Militare italiana ed affidato ai deserti di Gheddafi, al timbro necessario ad una ragazza brasiliana per vivere semplicemente su un altro pezzetto del Pianeta Terra. Ma riporta anche alcune storie di riscatto dei suoi ragazzi, della ragazza del Niger che con un lavoro onesto riesce a mandare 30 euro ai fratellini, della trattoria "dei drogati" che nonostante quello che pensa la gente dei gestori, va bene(Trattoria A' Lanterna --> sito )
Don Gallo non ha difficoltà ad ammettere, anche davanti al Cardinale, che i suoi Vangeli di riferimento sono cinque: il quinto quello di Fabrizio De Andrè, un uomo che, come lui, "camminava con gli ultimi" e che non aveva vergogna a chiamarli con il loro nome.

E' critico nei confronti della sua Santa Madre Chiesa, e facendo riferimento alla manifestazione del 13 ("Se non ora, quando?" -  dicendo che se potesse sfilerebbe in bikini), afferma quanto sia assurda la scarsa importanza che essa dà alla donne, anche perchè <<Gesù non diceva: "ama i tuoi fratelli, le sorelle un po' meno">>. Ed ammette, dopo aver letto alla platea la lettera di un ragazzo omosessuale che non trova la persona giusta: <<Chi sono io per dirti chi e come devi amare?>>


Il prete che ha portato il processione San Precario e che fa tanto drizzare i capelli agli alti ranghi della Chiesa, io non so se sia o meno un esempio vicino a quello di Gesù, ma una cosa è certa: è vicino alla gente, tutta, ed è prontamente vicino a tutte quelle persone che subiscono ingiustizie, indipendentemente dal perchè e come. Un uomo che onora il Cielo, ma che vede e sa bene cosa succede sulla Terra.