martedì 25 gennaio 2011

Ogni libro di Storia vuole la sua bella copertina: i musei.

Cari amici,
poco tempo fa, su un giornale locale, si poneva l'attenzione su un progetto(promesso e mai realizzato) che riguardava l'adibire uno spazio nel mio comune(S.Giorgio Ionico) in cui esporre un'inestimabile raccolta di oggetti che tanto ci raccontano delle nostre radici, della nostra terra, della nostra storia: un Museo Etnografico.
Questa raccolta, di un privato(ora custudita all'interno dei suoi locali*), fa rivivere non solo la quotidianità della famiglia contadina, ricostruita attraverso gli ambienti e gli attrezzi, ma descrive anche la realtà delle botteghe, quella di tutti quei mestieri(Maestro d'ascia, Maniscalco, Calderaio, Stagnino)di cui tanto mi parlavano i nonni quand'ero bambina.

Insomma, riprendendo gli oggetti del titolo di questo post, tutto questo ben di Dio, è un bel libro di Storia ma senza una copertina all'altezza dei contenuti.


Queste foto che vedete sotto, invece, sono la "bella copertina" del Museo delle genti d'Abruzzo, che i bravi pescaresi hanno ricavato da una parte del  "complesso edilizio che ospitava le caserme borboniche lungo il fiume Pescara", complesso di proprietà comunale e magnificamente restaurato. Mi ci trovai per caso davanti e rimasi incantata dalle forme di questo edificio. All'interno, le testimonianze dell'evoluzione dell'uomo e delle sue attività in terra abruzzese; dal cacciatore della preistoria, al contadino, dal pastore che legava il ritmo della sua vita a quello della transumanza, all'operaio del settore tessile, settore sul quale molto incise la Rivoluzione Industriale.
 
E' un po' il percorso che meriterebbe il Museo Etnografico del mio paese, che non solo potrebbe costituire una valida attrattiva all'interno di percorsi turistici, ma che, soprattutto, ci ricorderebbe le nostre radici, la semplicità di quella vita e l'umiltà di chi la conduceva, umiltà che, purtroppom qualcuno sembra aver dimenticato.

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2 commenti:

  1. La storia di quei contadini, è la nostra storia, è la storia della nostra civiltà che si è evoluta!
    E'per me, affascinante vedere gli oggetti con i quali i nostri nonni, e i loro nonni, hanno lavorato per sfamarsi e per sfamare...e non penso sia giusto nei loro confronti, per la loro memoria, non dare spazio ad una testimonianza del genere, simbolo di Umiltà e FATICA!
    Dov'è l'attaccamento alle proprie radici??? mi sa che c'è l'attaccamento a qualcos'altro nel nostro paese, di dimensioni tali dal far dimenticare chi siamo e da dove veniamo!!!!

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  2. Il problema è che in altre città la cultura è vista come una delle cose più importanti .. qui no :(

    Forse è anche per questo che le persone non si danno da fare per migliorare la propria terra, perchè non c'è la cultura, la propria terra non la si conosce nemmeno.
    Se la si conoscesse forse ci sarebbe un po' più di amor proprio, ci si indignerebbe per come viene trattata, e ci si incazzarebbe per ottenere qualcosa di più.

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